I - PNTG - Bornholm 1998

Ali sul Baltico


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Giorgio Rizzi
Pubblicato su "Vergiate 119,77" - n. II/98



Lunedi’, 10/08

Chissa’ cosa deve avere pensato il buon Tango Golf, convinto di potersi finalmente godere le meritate vacanze, quando alle sei e trenta del mattino don Adriano Sandri, mia moglie Daniela ed io l’abbiamo buttato fuori dall’hangar della GS Aviation; d’altra parte il gran giorno era arrivato.
Da febbraio lavoravamo alacremente sul progetto di raggiungere Bornholm, perla del Mar Baltico, politicamente danese ma posizionata quaranta miglia al largo delle coste svedesi.
Di tempo ne avevamo speso non so quanto per procurarci la cartografia necessaria, pianificare accuratamente ogni aspetto del volo, compresi una miriade di alternati per meglio rispondere agli attacchi del capriccioso tempo del nord Europa e, soprattutto, per acquisire una buona familiarita’ con gli spazi aerei, nozione indispensabile per chi vola VFR; ora, dopo un inizio di agosto caratterizzato da una meteo quanto mai sfavorevole a nord delle Alpi, TAF e METAR fino in Danimarca riportavano una sola sigla: CAVOK. Scuse non ce n’erano piu’. Alle sette e trenta mettevamo in moto: prima destinazione Friedrichshafen.
Le Alpi avanti e indietro sia Don Adriano che io le abbiamo fatte dozzine di volte, essendo entrambi titolari anche di brevetto svizzero ma, credetemi, due ore sopra i diecimila piedi senza neppure prendere una scrollatina e' roba da segnare sul diario col pennarello rosso; ogni tanto un po’ di aiuto da Lassu’ fa piacere…
A Friedrichshafen ci accolgono nientemeno che le Frecce Tricolori, schierate sul piazzale; facciamo finta che siano li’ per noi, tanto cosa costa?
Rapido rifornimento, un’occhiata alla meteo e via verso nord il piu’ diritti possibile, con la bussola mai troppo lontana da tre sei zero. Tempo splendido, una radio assistenza dietro l’altra e il GPS: non c’e' storia. Tre ore dopo siamo di nuovo a terra a Peine, dalle parti di Hannover, per il necessario pieno (questa volta non solo dei serbatoi: abbiamo anche lo stomaco!)
Abbiamo piu’ di cinque ore sulla groppa, ma gasati dal bel tempo decidiamo di battere il ferro mentre e' caldo e voliamo via nella calura pomeridiana. Ancora due ore ed e' Danimarca! Siamo ad Odense, quasi increduli, pazzi di gioia!! Mettiamo Tango Golf a nanna, ben legato a terra dato che ci sono 15 e piu’ nodi, (ma ci faremo in fretta l’abitudine), mentre un amico pilota ci raccatta in aeroporto: la brace del barbecue e' gia’ pronta. Ah! L’ospitalita’ del Nord Europa!

Martedi’, 11/08
Le prime colazioni che preparano da queste parti hanno dimensioni ciclopiche; per fortuna abbiamo scaricato il bagaglio, cosi rientriamo ugualmente nel MTOW! Il tempo promette un’altra giornata eccezionale; non ci facciamo pregare: la Danimarca e' la’ fuori che aspetta.
Sara’ un altro giorno memorabile, con quasi cinque ore di volo effettuate e con l’intero periplo dello Jutland inciso nella memoria, compreso il girotondo sopra la punta di Skagen, dove la Danimarca finisce a settentrione ed il Mar Baltico sposa il Mare del Nord in un turbinio di schiuma bianchissima.

Mercoledi’, 12/08
Non poteva durare in eterno: un fronte perturbato sta per arrivare e aspettando troppo corriamo il rischio di non raggiungere Bornholm, dove siamo attesi il venerdi’. La decisione e' rapidamente presa: si va oggi.
Un paio d’ore a bassa quota, dritti dritti sotto la TMA di Copenaghen, passando poche miglia a sud della testata pista dell’aeroporto della capitale, con i liner che ci sfilano sopra la testa a non piu’ di due-trecento piedi. Tutto normale: il controllore ci dice solo “1500’ or below” e si va avanti tranquilli. Lo stesso poco dopo, sull’aeroporto di Malmoe (terza citta’ della Svezia) dove veniamo autorizzati senza problemi al sorvolo a 1000’.
Poi c’e' il Baltico. Mezz’ora di mare, vento a venti nodi e onde alte cosi’. Chiediamo di salire a 2500’, giusto per avere almeno il tempo di arraffare i salvagente, casomai ce ne fosse bisogno. Visibilita’ illimitata e Bornholm presto compare all’orizzonte. Otto miglia fuori siamo gia’ autorizzati al finale.
In corto, con solo una tacca di flaps, leggiamo 85 indicati, mentre DME e GPS non danno piu’ di 60/65; speriamo solo che il vento di fronte non molli proprio adesso… e poi e' fatta!! Siamo arrivati! Mesi di sogni sono improvvisamente realta’: strette di mano e pacche sulle spalle. Si va in Hotel. La sera la birra scorre a fiumi…

Giovedi’, 13/08
Come previsto il fronte e' arrivato. Ci sveglia il brutto tempo, brutto almeno per volare. Andiamo lo stesso in aeroporto; la notte ha grandinato e una controllatina a Tango Golf si impone. Facciamo i turisti sull’isola, col Tobago sempre a portata di tiro: alle sette di sera il cielo si squarcia! Pochi minuti e siamo in volo per il periplo di Bornholm, nella luce dorata del tramonto nordico filtrata dalle nubi nere, ora non piu’ minacciose.
Lo spettacolo e' grandioso; un’ora soltanto di volo, ma di quelle che si ricordano!

Venerdi’, 14/08
C’e' un piccolo aeroporto dall’altra parte dell’isola, meno di tante nostre aviosuperfici. Vi facciamo visita razzolando sotto i 1000’, perche’ il ceiling e' basso. Si atterra in mezzo ai giocatori di golf, schivando le pale di un mulino a vento e qualche occasionale animale al pascolo sul raccordo.
La pista e' decisamente in pendenza e per il backtrack tutto motore basta appena appena. Probabilmente qui d’inverno si scia!! Non c’e' radio, non c’e' nulla tranne un solitario pilota in attesa di turisti. Pero’ c’e' la benzina, l’olio, la dogana su richiesta, nonche’ un telefono con la linea diretta con l’ente ATS piu’ vicino.
Dobbiamo imparare qualcosa?

Sabato, 15/08
Oggi non e' previsto alcun volo: c’e' il raduno dei piloti scandinavi al quale siamo invitati. Attivita’ piacevoli, cena danzante (10 chili di bagaglio in piu’ per gli abiti eleganti per la serata e relativi moccoli per restare nel MTOW).
Siamo gli unici tra una quarantina di equipaggi ad essere giunti sin qui in VFR, il che suscita molta stima nei nostri confronti. Riceviamo complimenti da piu’ parti, nonche’ una sfilza di consigli sul ritorno: le Alpi incutono timore a chi non vi e' avvezzo.

Domenica, 16/08
Pare che le cose si mettano maluccio dal punto di vista meteo: un grosso fronte sta per attaccare la Germania e mette in forse le nostre chances di rientro a breve.
Don Adriano traffica con il suo computer portatile collegato ad Internet a mezzo GSM, estrapola carte meteo, incarica me di smoccolare visto che lui non puo’ ed in breve la situazione e' chiara.
La decisione e' storica e stoica allo stesso tempo: voliamo VERSO il fronte, calcolando di raggiungerlo per sera e farcelo passare sulla testa durante la notte.
Detto, fatto! Sessanta miglia di mare verso l’ex Germania Est, poi Lubecca.
Rapidissimo pieno; l’avanzare del fronte non ci consente neppure il tempo per il pranzo. Siamo ancora in aria verso le isole Frisone, quasi al confine con l’Olanda.
L’ampissimo estuario dell’Elba, sotto la luce sempre piu’ cupa della perturbazione in arrivo, offre uno spettacolo mozzafiato. In breve abbiamo in vista la nostra destinazione: Norderney.
Nella lingua locale, Norderney si pronuncia qualcosa come “nanana’”. Ovvio che ad un paio di comunicazioni “Tango Golf, nanana’” non ci passi neanche per la mente di rispondere, pensando che si tratti di qualche melanconica canzone propiziatoria intonata da quel solitario controllore.
Chiarito l’equivoco siamo a terra in un attimo a legare Tango Golf, che il vento non ce lo porti via.

Lunedi’, 17/08
Come previsto il fronte e' sfilato via durante la notte, lasciando solo qualche strascico che va dissolvendosi; e' tempo di rifare per indietro tutta la Germania, approfittando della situazione.
Saremo di nuovo a Friedrichshafen per sera, dopo un paio di tappe per il pieno e un’altra giornata nella quale le ore di volo non si contano.

Martedi’, 18/08

Nebbia bassa, pioviggina, speranze per la giornata: zero. Oggi a casa non si va.
Passiamo la giornata nel museo Zeppelin; se proprio dovevamo essere bloccati dalla meteo, almeno abbiamo scelto un buon posto…

Mercoledi’, 19/08

Va meglio, forse ce la facciamo.
Cominciamo a trasferirci in Svizzera, per potere sorvolare le Alpi con volo nazionale, senza perdere tempo per il piano di volo, approfittando del primo spiraglio utile.
Atterriamo ad Altenrhein, praticamente ad un tiro di schioppo da Friedrichshafen.
Dobbiamo attendere tre ore buone attaccati all’AMIE (ogni aeroporto svizzero ne e' dotato, anche i piu’ piccoli; vi si trovano NOTAM, GAFOR, TAF, METAR, KOSIF, carte meteo di tutta Europa ed ogni altra informazione utile alla pianificazione: fantastico!)
Alle due e' il momento giusto. Facciamo quota tra i cumuli che vanno aprendosi e Locarno e' subito raggiunta. Un saltino a Malpensa e siamo a casa.

E’ finita; e' gia’ tempo di ricordi, di bilanci e di ringraziamenti.
I ricordi si sprecano e sono ben incisi nella mente; sara’ difficile muoverli da li’.
Il bilancio di un volo ben realizzato parla chiaro: le ore spese a studiare e a pianificare sono state ben remunerate, sotto forma di una risposta pronta per ogni problema incontrato.
I grazie sono tanti: grazie a Chi ha posto l’unica settimana di tempo decente durante una stagione a dir poco pessima al nord, proprio nei giorni giusti.
Grazie all’Aero Club Vergiate per averci messo a disposizione una macchina che non ha mai perso un colpo, ma ha risposto alle nostre coccole con ottime prestazioni di crociera e di arrampicatore, quando ce n’e' stato bisogno.
Grazie a tutti gli istruttori rompiscatole che ci hanno insegnato ad atterrare col vento (e a chi ha progettato il TB 10 con 25 nodi di componente al traverso, perche’ ci siamo arrivati vicini).
Un grazie ed un plauso speciale a tutti i controllori, che evidentemente considerano il traffico VFR meritevole di pari dignita’ rispetto a tutti gli altri traffici: da Locarno in su, ci sara’ toccato di parlare si’ e no una volta all’ora.
Uno squawk inserito e via, con un semplice “Identified – continue VFR” al passaggio tra i vari enti e nulla di piu’.
Nessuna richiesta di stimati, nessun riporto ogni dieci minuti, grande quantita’ di informazioni riguardanti il traffico e la meteo. Spazi militari, spazi charlie o delta, aeroporti internazionali con traffico IFR: mai e poi mai ci e' stato posto un problema od una semplice attesa e tutto questo in nazioni dove il traffico aereo e' ben piu’ sviluppato che in Italia.
E se, visto che funziona, provassimo a fare cosi’ anche da noi?