Quando a Locarno apparve la Madonna

Giorgio Rizzi
Pubblicato su "Como e dintorni" n. 50 - dicembre 2007




Fra Bartolomeo Piatti da Ivrea, frate minore del convento di San Francesco di Locarno, era sicuramente un uomo devoto e pio, come tutti lo sono i frati cappuccini, dediti alla preghiera, al lavoro silenzioso, all’elemosina.
Tuttavia ne’ la tradizione popolare, ne’ altri documenti storici, ce lo descrivono come un uomo particolare, o di virtu’ tali da farlo spiccare tra i confratelli che con lui vivevano nel convento di Locarno, che si vuole fondato personalmente da sant'Antonio da Padova nel 1229; questo almeno fino all’anno del Signore 1480, quando si racconta che dinanzi a Bartolomeo apparve la Madonna.
Certamente la Vergine Maria ha sempre scelto tra gli umili e tra le persone comuni i soggetti ai quali rivelarsi ed in questo il fraticello di Locarno non fa eccezione, rispetto ai protagonisti di apparizioni mariane piu’ famose e piu’ celebrate: ragazzi qualunque i veggenti di Medjugorje, oggi ormai adulti, che quotidianamente continuano ad incontrare Maria e a diffondere nel mondo il Suo messaggio; bimbi semianalfabeti i veggenti di Fatima, l’ultima dei quali, Suor Lucia, se ne e’ andata pochi anni fa, a una manciata di giorni da Papa Giovanni Paolo Secondo, quasi che la Vergine li abbia chiamati a chiudere insieme il cammino iniziato tanti anni prima in uno sperduto villaggio portoghese.
Un’umile pastorella l’ormai Santa Bernadette Soubirous, dinnanzi alla quale Maria si manifesto’ in una grotta di Lourdes.
Erano tempi duri per i fraticelli di Locarno: i rapporti tra Stato e Chiesa erano molto tesi e quasi tutti i conventi presenti sul territorio cantonale correvano il rischio di chiusura e di confisca dei beni, mentre parecchi dei religiosi venivano costretti ad emigrare all’estero oppure ad abbandonare l’abito.
Si puo’ solo immaginare lo sconforto dei poveri frati e le ore trascorse in preghiera, implorando per la salvezza della loro casa e delle loro umili cose.
Bartolomeo era particolarmente devoto alla Vergine e si narra che una notte, mentre egli pregava all'aperto, il cielo si apri’ e Maria gli apparve tenendo tra le braccia Gesu’ Bambino.
Il mattino successivo i confratelli, non vedendolo rientrato in convento, si preoccuparono per la sua sorte e si recarono sollecitamente a cercarlo; trovarono Bartolomeo ancora all’aperto ed in stato estatico.
Il racconto si perde tra storia e tradizione popolare, anche perche’ il primo documento scritto nel quale si parli dell’apparizione e’ dovuto al canonico Giacomo Soffio e risale al 1625, ossia 145 anni dopo i fatti, ma l’iconografia dell’evento vuole che Maria sia apparsa nel cielo aperto, per poi scendere sul sentiero che da Locarno porta al "Sasso", fermandosi sulle rocce sovrastanti.
Sicuramente le testimonianze dell’evento giunte fino a noi, tanto il documento di Soffio quanto la relativa iconografia, sono state realizzate rifacendosi a tradizioni orali raccolte tra le persone del luogo e attraverso la memoria di diverse generazioni e non e’ quindi possibile oggi sapere con certezza dove finiscano i fatti realmente accaduti e dove inizino memoria popolare, fede e tradizione.
Tutti gli storici sono pero’ concordi relativamente al fatto che un giorno Fra Bartolomeo lascio’ il convento di Locarno e sali’ al Sasso, dove si adopero’ per costruire una piccola cappella sulle rocce e qui si ritiro’ in eremitaggio per il resto dei suoi giorni.
Diverse le motivazioni che vengono date a questa scelta, nessuna peraltro confortata da documenti storici attendibili.
C’e’ chi dice che la decisione venne sollecitata da una sorta di “concorrenza” con altre congregazioni religiose, in un periodo in cui fervevano gli esempi di costruzione di santuari dedicati alla Madonna quali quello di Loreto, o di percorsi votivi come il Sacro Monte di Varese o quello di Varallo.
Peraltro i tempi bui ai quali risalgono i fatti tendono a screditare questa ipotesi, perche’ e’ difficile immaginare che i frati di Locarno, gia’ minacciati di sfratto, potessero pensare invece ad ingrandirsi e ad edificare nuove strutture.
Altri autori piu’ semplicemente immaginano che la scelta di Bartolomeo sia stata motivata dalla necessita’ di dare una chiesa logisticamente piu’ comoda per tutti quegli abitanti della zona che abitavano le pendici della montagna, anziche’ le sponde del lago Maggiore, confidando anche sul fatto che una chiesetta periferica ed abbarbicata sui monti fosse meno esposta alla scure dello Stato.
Sicuramente la tradizione alla quale i locarnesi sono piu’ affezionati e devoti e’ quella che vuole che Bartolomeo abbia seguito una precisa richiesta della Vergine ed abbia cominciato la costruzione della prima cappella proprio la’ dove Maria poso’ i suoi piedi.
Purtroppo molto presto i gia’ tesi rapporti tra Stato e Chiesa degenerarono e quasi tutti i conventi presenti in Canton Ticino vennero chiusi.
La cappella edificata da Fra Bartolomeo e dedicata alla Madonna del Sasso, divenne cosi’ un punto di riferimento per i cattolici locali e, piano piano, si affermo’ come oasi di rifugio per tutti i ticinesi timorati del Signore.
Pochi anni dopo l’insediamento del cappuccino, cominciarono a pervenire le prime donazioni da parte di signori locali e fu possibile iniziare la costruzione della chiesa vera e propria, di due altari e di una serie di cappelle votive, alcune giunte fino a noi in ottime condizioni, altre scomparse.
Il luogo continuo’ a crescere anche dopo la scomparsa del pio fraticello, sia dal punto di vista strutturale, per opera dei confratelli del convento di San Francesco, sia nella devozione dei fedeli, aiutato nella sua popolarita’ dalla splendida e panoramica posizione sopra il lago e dalle grazie che la Vergine concesse a molti fedeli che l’avevano implorata.
Gia’ nel sedicesimo secolo il santuario raccoglieva una delle piu’ grandi collezioni di ex voto del tempo ed era meta di pellegrini provenienti da svariate nazioni.
L’economia e l’imprenditoria locale non si fecero cogliere alla sprovvista da questo massiccio e costante flusso di persone e rispose con la costruzione di alloggi e luoghi di ristoro, con l’istituzione di mezzi di trasporto speciali che favorivano l’accesso dei fedeli sia via terra che via lago.
Oltre agli aspetti squisitamente morali, la costruzione e lo sviluppo del Santuario della Madonna del Sasso ebbe un impatto importante nella storia e nell’immagine di Locarno in genere e di Orselina in particolare.
L’andirivieni di imponenti pellegrinaggi duro’ per secoli, raccogliendo migliaia e migliaia di persone soprattutto dalla Svizzera e dall’Italia del nord, fino a trasformare il Santuario nel punto di riferimento della devozione ticinese e, parallelamente, consentendogli di crescere in splendore architettonico.
Nel contempo i tormentati rapporti con lo stato si appianarono ed il governo del Cantone concesse ai frati cappuccini di insediarvisi ufficialmente nel 1848, di gestire le celebrazioni ed ogni altra attivita’ spirituale.
Il ritorno dei frati favori’ le grandi celebrazioni per il quarto centenario dell’apparizione, avvenute nel 1880 e tale e tanta fu l’entusiastica risposta della popolazione e dei pellegrini che, nel 1890, cominciarono i primi interventi di restauro su tutto il complesso architettonico, durante i quali il convento fu ampliato ed assunse la forma attuale.
Gli ultimi anni furono caratterizzati dalla costruzione di un’ulteriore cappella, detta dei Polacchi, edificata sulla scalinata sovrastante il Santuario e dal completo restauro degli esterni, avvenuto nel 1980, in occasione del cinquecentesimo anniversario della fondazione del complesso.
Oggi il Santuario della Madonna del Sasso rappresenta un polo di attrazione per i pellegrini che vogliono raccogliersi in preghiera dinanzi all’immagine miracolosa della Vergine, posta sull’altare maggiore, ma anche per miriadi di gitanti che si godono la salita da Locarno verso il Sasso, lungo il sentiero costellato di cappelle splendidamente decorate e per gli appassionati di arte sacra, che possono trovare nel Santuario pregevoli testimonianze risalenti ad epoche diverse.
Spiccano i gruppi in terracotta che illustrano la vita di Gesu’ e Maria, risalenti ai tempi di Fra Bartolomeo ed attribuiti alla scuola di Francesco da Silva, gli stucchi seicenteschi di Alessandro Gorla, la pala, opera del Bramantino, che raffigura la fuga in Egitto.
Potete comodamente raggiungere il Santuario dal centro di Locarno, con la funicolare che parte vicino alla stazione, o con l’autobus che sale ad Orselina ma, se ve la sentite, i piedi rappresentano il mezzo di locomozione che meglio vi consentira’ di apprezzare la meraviglia del panorama, la spiritualita’ del cammino e del complesso architettonico.
Le funzioni sono celebrate nei seguenti orari:

Sante Messe:
Giorni feriali: 7.00, 17.00
Giorni festivi: 7.15, 9.00, 10.00, 11.00 (in tedesco), 17.00

Santo Rosario
Giorni festivi: 16.15