Il giardino delle stelle

Giorgio Rizzi
Pubblicato su "Como e dintorni" n. 57 - luglio-agosto 2008




Il dottor Paolo Ostinelli e’ un vecchio e caro amico, ma oggi, con la cravatta al collo ed il pass che lo qualifica come membro del comitato scientifico della Fondazione Osservatorio Astronomico di Tradate “Messier 13”, mette quasi soggezione.
D’altra parte non e’ un caso se, alcuni decenni fa, mio padre gli affibbio’ il nomignolo “Keplero”, in omaggio al grande astronomo tedesco e al tentativo, peraltro perfettamente riuscito, che Paolo opero’ forse non ancora ventenne di costruirsi un telescopio newtoniano di venti centimetri di diametro, utilizzando un vecchio tubo di plastica ed altri materiali recuperati un po’ qua e un po’ la’.
Gli anni sono passati a dozzine, Papa’ e’ volato via e Paolo, anzi Keplero, piu’ povero nella capigliatura ma ben piu’ ricco di titoli accademici ed esperienze, oggi passa le domeniche ad accogliere ed accompagnare i visitatori presso l’Osservatorio Astronomico di Tradate e le sue notti insonni a sbirciare le stelle attraverso un potente telescopio di sessantacinque centimetri di diametro, che un tempo avrebbe solo potuto sognare.
Diceva Kant: “due cose riempiono l’animo di ammirazione sempre crescente: il cielo stellato sopra di noi e la legge morale in noi ".
Questa frase e’ stata fatta propria dai membri del Gruppo Astronomico Tradatese, (GAT) nato nel 1973 quando, esaurita l’epopea delle missioni lunari, gli appassionati delle stelle tornarono a guardare al cielo per scrutarne le meraviglie e per cercare eventuali forme di vita intelligente.
Da allora il GAT ha sempre perorato con vigore la causa della costruzione di un osservatorio astronomico a Tradate, per farne sede di ricerca scientifica e di attivita’ culturale, didattica e divulgativa.
Certo le problematiche da superare dovettero essere innumerevoli, prima tra tutte la ricerca di un’adeguata localizzazione della struttura; peraltro le esigenze di un osservatorio astronomico collimano spesso con quelle di una riserva naturale, poiche’ e’ necessario che un telescopio sia posto bene alla larga da ogni forma di inquinamento atmosferico e luminoso, per garantire le migliori condizioni di osservazione.
E allora quale scelta migliore se non quella di piazzare la cupola all’interno del Parco Pineta, lontano dalle luci dei centri abitati e dai fumi delle fabbriche?
E come non approfittare della possibilita’ che l’osservatorio diventasse garanzia del mantenimento dell’ambiente circostante, facendo meglio conoscere il parco stesso?
C’e’ voluto parecchio tempo, ma infine il sogno di un manipolo di astrofili e’ diventato realta’; lo scorso anno si e’ infatti celebrata l’inaugurazione dell’osservatorio astronomico di Tradate, che oggi torreggia nel parco circondato da un magnifico percorso naturalistico, lungo il quale e’ possibile apprendere i segreti della flora e della fauna locale.
La struttura si compone di un edificio con sala conferenze ed uffici, affiancata da una torre a base circolare, sovrastata da una cupola in alluminio del diametro di sette metri e mezzo, elegantemente coibentata in legno nel suo interno.
Il telescopio e’ di tipo Newton, costituito da un tubo in fibra di carbonio, per la cui realizzazione e’ stata addirittura scomodata la tecnologia di costruzione delle formula uno, che contiene l’obiettivo primario, uno specchio da sessantacinque centimetri di diametro.
Sia la cupola che il telescopio sono mobili sui trecentosessanta gradi ed i loro movimenti, computerizzati su due assi, consentono di “inseguire” in automatico qualunque stella, per mantenerla all’interno del campo visivo in barba alla rotazione terrestre.
Anche un simile telescopio, tuttavia, e’ gravato da una limitazione contro la quale poco si puo’ fare; di giorno, infatti, le stelle non si vedono, per quanto potente possa essere l’ausilio che la tecnologia mette a disposizione dei nostri occhi.
Piu’ facile allora, durante la giornata, concentrare la propria attenzione sulla torre solare, l’unica in Italia e sul laboratorio eliofisico, che consentono lo studio in diretta della stella piu’ vicina a noi: il Sole.
Sulla torre, un “siderostato” formato da uno specchio piano di duecentocinquanta millimetri di diametro posto su una montatura motorizzata, convoglia la luce del sole in una stanza buia dove e’ possibile osservare, in proiezione su uno schermo da un metro e cinquanta, tutto il disco solare in luce ottica.
La stella che conosciamo di solito, calda ed abbacinante, cambia incredibilmente aspetto su questo schermo ed ecco apparire come per incanto le macchie solari, tempeste magnetiche di migliaia di gradi piu’ fredde del resto della superficie.
Paolo manovra abilmente alcuni prismi ottici e la luce bianca del sole si scompone sullo schermo, a dare vita ai fantasmagorici colori dell’iride, che per noi comuni mortali sono solo un bel colpo d’occhio, ma per gli scienziati rappresentano l’impronta digitale dell’universo; in mezzo ai colori brillanti dello spettro solare si nascondono infatti decine di linee scure: sono le righe d'assorbimento prodotte dagli elementi presenti nell’atmosfera solare.. .
Le sorprese non sono finite: ci accomodiamo nella moderna aula congressuale, dove vengono proiettate su maxi schermo e in tempo reale le immagini carpite dal telescopio; il nostro cicerone traffica in internet e ci da’ appuntamento tra qualche giorno, quando, tempo permettendo, sara’ possibile assistere dopo il tramonto al passaggio sulle nostre teste della stazione spaziale internazionale.
Per un attimo mi viene da pensare che con apparecchiature cosi’ all’avanguardia non sia difficile cogliere il saluto di un astronauta dal finestrino, ma la voce dell’oratore mi richiama alla realta’: improvvisamente non siamo piu’ tra le stelle ma, in ossequio al binomio osservatorio-ambiente naturale, ecco che sullo schermo gigante appaiono le immagini del nido di una cinciarella, tenuta d’occhio ventiquattro ore al giorno da una webcam che ne spia l’attivita’ di nidificazione.
Chissa’ se il piccolo uccellino e’ conscio di essere il protagonista di una sorta di grande fratello ornitologico…
Peraltro, come gia’ detto, attivita’ astronomiche e naturalistiche vanno di pari passo in questa oasi di tranquillita’; l’osservatorio protegge la natura e ne e’ a sua volta protetto: nessun albero puo’ essere tagliato nei dintorni, perche’ le piante producono un microclima adatto alle osservazioni e, inoltre, schermano le luci diffuse provenienti dai paesi vicini.
Capita inoltre che molti visitatori, che qui convengono per osservare stelle e pianeti, si appassionino poi lungo il cammino del percorso didattico circostante alle sorti di piccole creature che neppure avrebbero immaginato che vivessero appena fuori l’uscio di casa. Persino una corteccia d’albero o un millepiedi, animale solitamente non molto amato, assumono in questo ambiente il corretto ruolo di componenti di un ecosistema che tutti abbiamo il dovere di proteggere.
In attesa di potere salutare gli astronauti sopra le nostre teste o di vedere la cinciarella imboccare i propri piccoli tra qualche settimana, quando la natura avra’ rinnovato il suo ciclo vitale, ci resta il tempo di guardarci intorno ed apprezzare il complesso nel suo insieme, pulito ed ordinato, con gli spazi attrezzati per il picnic, le guardie ecologiche in divisa impegnate ad illustrare segreti e caratteristiche di ogni pianta od animale e gli astrofili del GAT pronti ad accogliere con un sorriso gli ospiti in arrivo.
Il commento che colgo al volo da uno dei presenti: “non sembra neanche di essere in Italia…”, forse trasuda di un po’ di insofferenza per tante cose che si vedono andare nel verso sbagliato di questi tempi, ma la dice lunga riguardo all’ottimo lavoro svolto dai volontari del GAT e del Parco Pineta, forti esclusivamente del loro entusiasmo e della loro buona volonta’.
Se voleste andare a visitare questo giardino delle stelle, il Presidente Roberto Crippa e gli astrofili vi aspettano la seconda e la quarta domenica di ogni mese, dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.00.
Potete anche prenotare una visita notturna telefonando in orari di ufficio al numero 0331 841900 o per e-mail all’indirizzo foam13@foam13.it .
Attivita’ didattiche per le scuole, rivolte sia agli insegnanti che agli allievi, sono organizzate previ accordi, sia presso l’osservatorio che nel Parco Pineta.
Ulteriori informazioni in merito sono disponibili sul sito www.foam13.it
Un segnale radio e’ in viaggio verso la lontana costellazione di Ercole, per testimoniare che quaggiu’ c’e’ qualcuno che cerca contatti con altre intelligenze; la Fondazione Osservatorio Astronomico Messier 13 (FOAM13) di Tradate, ha inserito proprio la costellazione di Ercole nel logo, indicando cosi’ in maniera precisa l’obiettivo primario del sodalizio: la ricerca, la divulgazione e la didattica.
Se mai da Ercole dovesse arrivare una risposta, potete scommettere che il mio amico Keplero e i suoi colleghi astrofili saranno li’ ad attenderla!